Seguiamo una dieta per qualche giorno con entusiasmo, poi sopraggiungono la stanchezza, lo stress, la fretta. Il cibo torna a essere un rifugio, la motivazione si affievolisce e si perde di vista la direzione iniziale.
Succede a tutti: non è mancanza di forza di volontà, ma una risposta neurobiologica.
Quando il cervello percepisce restrizione, stress o privazione, attiva circuiti dopaminergici e ormonali che spingono alla ricerca immediata di gratificazione e piacere.
Comprendere questo meccanismo è il primo passo per uscire dal circolo vizioso del “ricomincio lunedì”.
Il cervello e la motivazione
Ogni decisione alimentare nasce da un equilibrio complesso tra corteccia prefrontale — sede della razionalità e del controllo — e sistema limbico, responsabile delle emozioni e dell’impulso.
In condizioni di stress, mancanza di sonno o sensi di colpa, il sistema limbico prevale: il desiderio di gratificazione immediata supera la logica, e il cibo viene spesso percepito come “il premio giusto”.
Per questo motivo la motivazione non può basarsi solo sull’autocontrollo, ma deve essere sostenuta da un equilibrio ormonale stabile, un’energia mentale allenata e piccoli successi quotidiani che rinforzano il senso di riuscita.
La Dieta: Guida pratica
1️) Chiarezza dell’obiettivo
Un obiettivo vago (“voglio dimagrire”) non stimola il cervello.
Serve un obiettivo specifico, realistico e misurabile: perdere 3 kg in due mesi, migliorare la digestione o dormire meglio.
La chiarezza genera sicurezza nella direzione da seguire. La direzione crea azione.
2️) Costanza, non perfezione
Una giornata “sbagliata” non compromette un intero percorso. Ma la convinzione di aver “rovinato tutto” sì.
Chi ottiene risultati duraturi non è chi non sbaglia mai, ma chi ricomincia con gentilezza e consapevolezza.
La costanza vale più della rigidità: è la vera chiave del cambiamento stabile.
Essere “resilienti” in ogni situazione.
3️) Energia mentale e corpo in equilibrio
La motivazione non può esistere in un corpo stanco o in deficit energetico.
Un piano nutrizionale ben strutturato non serve solo a ridurre il peso corporeo, ma a ottimizzare la performance neuroendocrina:
- modulare il cortisolo,
- stabilizzare la glicemia,
- migliorare la qualità del sonno,
- riequilibrare il microbiota intestinale.
Quando il corpo ritrova il proprio equilibrio, la mente diventa più lucida e resiliente.
La motivazione nasce dall’energia, dalla capacità di seguire un piano nutrizionale non dal sacrificio.
Per me la parola “sgarro” non ha senso, non si dovrebbe avere bisogno di “sgarrare” se il piano è corretto.
4️) Il valore della guida
Un percorso personalizzato, seguito da un professionista, trasforma la dieta in un’esperienza di consapevolezza.
Non è più “cosa devo mangiare?”, ma “cosa mi fa stare bene?”.
Il supporto costante, i controlli regolari, l’adattamento del piano e la relazione empatica creano la differenza tra un semplice tentativo e un autentico cambiamento.
5️) Rituali e routine
La motivazione non è momentanea, ma un’abitudine allenata nel tempo.
Piccoli rituali quotidiani la rinforzano:
-
preparare la colazione la sera prima,
-
annotare un pensiero positivo,
-
fare una breve passeggiata dopo pranzo,
-
rileggere i motivi per cui si è iniziato.
Quando diventa parte della routine, la costanza non pesa più: diventa naturale.
Conclusione: la motivazione è come un muscolo
Non nasce dal dovere, ma dal piacere di sentirsi bene.
Ogni scelta coerente con il proprio benessere genera autostima, energia e libertà.
Solo così si portano avanti i progetti nel tempo, solo così si può costruire uno stile di vita virtuoso che sostiene anche, ma non solo, una alimentazione corretta e personale.
Dott.ssa Maria Laura Pastorino
- Biologo Nutrizionista
- Fitness coach
- Medicina sistemica – PNEI
Sono biologa nutrizionista specializzata nella Medicina Sistemica, nella Neuroendocrinoimmunologia, nel rapporto tra lo stress il sistema di reazione e tutti i cambiamenti nella composizione corporea che questo comporta.