Dopo le feste, se non siamo stati attenti al modo di mangiare (qualità e quantità), possiamo trovarci con qualche sorpresa; non solo aumento di peso, ma anche una stanchezza insospettata o disturbi digestivi o persino disturbi nella sfera emotiva.

Il rischio maggiore è prendere l’iniziativa di non mangiare pensando che diminuendo in modo disorganizzato l’introito calorico complessivo si possa rimediare: niente di più sbagliato!

Mangiare in modo regolare è una delle basi per tornare in forma, permette di:

  • tenere in moto il metabolismo
  • avere energia sempre a disposizione
  • mantenere sotto controllo il senso di fame

La riduzione drastica di cibo viene interpretata dal nostro cervello come una carestia e questo, come risposta, frena il metabolismo (e le calorie bruciate) per facilitare la sopravvivenza in una situazione di insufficienza alimentare. Se non c’è questa vera necessità, l’effetto sarà quello di frenare la perdita di peso.

Sono i casi in cui anche seguendo una dieta il peso non cala come previsto anzi, sembra che il metabolismo si blocchi e tutti i sacrifici fatti risultano pressoché inutili.

Questi blocchi metabolici sono naturali e fisiologici dopo una certa età e, in certe situazioni (cambiamenti ormonali, stress, cambio di stagioni ecc..), o dopo un cambio della routine alimentare (come succede in questo periodo) e con una dieta troppo rigida la situazione peggiora; per questo, è consigliabile trovare un piano nutrizionale e uno stile di vita che permetta acquisire un ritmo metabolico efficace e naturale che eviti futuri cambiamenti nella composizione corporea.

Il corpo umano è quella macchina perfetta che, a periodi prolungati di digiuno, reagisce con meccanismi di adattamento e difesa, che alla lunga minacciano la linea.

Il corpo ha bisogno di energia quando:

  • non lavora
  • dorme
  • pensa
  • digerisce

ma a volte, tale energia, per ore ed ore non arriva, poiché si saltano i pasti, scatenando una serie di reazioni a catena.

Anzitutto, tra tali reazioni non vi è inizialmente quella di consumare i grassi di riserva ma, scorte di glucosio interne che si trovano nel fegato: il glicogeno.

Reperire in tal modo l’energia significa creare ancora più problemi all’organismo, che è già andato in riserva di energia

Lo possiamo notare con la stanchezza, poca capacità di concentrarsi ed irritabilità.

Moltissime persone hanno l’abitudine di saltare i pasti in modo disorganizzato, non fare la colazione, mangiare solo un panino a pranzo, mangiare solo un frutto o uno yogurt e persino non mangiare nulla!

In tal modo vengono snaturati i sottovalutati equilibri fame -sazietà, con il risultato di arrivare a cena o al pasto successivo non solo con disinibizione verso il cibo e mancanza di controllo, ma anche con reazioni ormonali e metaboliche che portano ad un ulteriore aumento di peso o peggioramento della condizione di partenza.

Infatti, dopo aver esaurito la scorta di glicogeno il fegato inizia a produrre nuovamente glucosio utilizzando la massa muscolare, ossia, trasforma le proteine muscolari in energia, quindi perdiamo muscoli.

Ovviamente, la perdita di muscolo comporta un abbassamento del nostro consumo calorico (si brucia meno), poiché più un individuo ha massa muscolare più consuma calorie e ovviamente meno ingrassa.

Perdendo muscoli, inoltre, si compromette il sistema immunitario, quello endocrino e non solo.

Infatti, anche se vengono prodotti gli stesi ormoni, per una ridotta conversione periferica si può ridurre il livello di T3, un ormone prodotto dalla tiroide, causando un abbassamento ulteriore del metabolismo.

Dunque, il segreto per stare in forma è curare l’alimentazione non ridurla drasticamente, poiché il corpo prima o poi reagirà con l’aumento di peso

Affidati ad un professionista se

Dott.ssa Maria Laura Pastorino

  • Biologo Nutrizionista
  • Fitness coach
  • Medicina sistemica – PNEI

Sono biologa nutrizionista specializzata nella Medicina Sistemica, nella Neuroendocrinoimmunologia, nel rapporto tra lo stress il sistema di reazione e tutti i cambiamenti nella composizione corporea che questo comporta.

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